I Paesi in via di sviluppo si trovano a fronteggiare problemi legati alla mancanza di risorse e strumenti per aumentare la produttività agricola. L’irrigazione consente agli agricoltori di avere redditi più stabili e aumentare la produttività dei terreni, alla comunità di avere salari migliori, cibo meno costoso e una dieta alimentare più varia soprattutto nei sistemi d’irrigazione su piccola scala e a basso costo. I benefici, quindi, sono anche indiretti, un esempio è la situazione femminile, che è notevolmente migliorata da quando le donne non sono più costrette a prelevare l’acqua da molto lontano ma utilizzano il tempo dello spostamento per dedicarsi alla coltivazione agricola.
Ogni regione ha problemi idrici diversi e la situazione si sta aggravando visto che la popolazione è in continua espansione.
L’Africa Subsahariana, ad esempio, estrae solo il 2% dell’acqua disponibile e avrebbe bisogno di forti investimenti per incrementare la produttività agricola. Il problema opposto, invece, si verifica nel sud-est asiatico, dove l’acqua è presente in abbondanza ma le terre sono scarse.
In molte Regioni, invece, l’acqua viene pompata dal suolo più velocemente della ricarica naturale come nello stato indiano Tamil Nadu, in cui l’eccessivo pompaggio ha abbassato il livello idrico dei pozzi di 25-30 metri o come in Cina settentrionale in cui il 64% della terra coltivata è minacciata dall’eccessivo sfruttamento idrico.
Il problema è che l’acqua evapora depositando i sali nel terreno e se il drenaggio del campo non è corretto quest’ultimo viene danneggiato e a lungo andare diventa sterile.
Esistono varie tecniche per evitare i prelievi d’acqua eccessivi, che possono migliorare la produzione alimentare contadina su piccola scala:
Nell’Africa Subsahariana solo il 4% dei terreni coltivati è irrigato. Il potenziale è enorme: alcune zone hanno riserve abbondanti di acqua non sfruttate e la mancanza di investimenti non fa che rimandare il problema.
C’è, poi, un altro aspetto da considerare: senza la giusta quantità di acqua gli agricoltori sono meno invogliati ad investire in sementi selezionate o scelgono di coltivare aree ecologicamente fragili che non garantiscono la certezza della raccolta.
Per fronteggiare questi problemi sono stati avviati una serie di progetti irrigui su piccola scala ovvero la costruzione di piccoli sbarramenti, pozzi e canali che garantiscono una maggior difesa nei periodi di magra. Queste iniziative hanno incluso anche attività non agricole come l’istruzione sulla nutrizione per aiutare le famiglie a gestire meglio l’aspetto economico, aumentare la frequenza scolastica e permettere di pagare le cure sanitarie.
La FAO stima che grazie a questi interventi i terreni irrigati dei Paesi in via di sviluppo cresceranno del 27%. Ci auguriamo che queste popolazioni vengono aiutate adeguatamente con i giusti sussidi economici, per migliorare non solo la loro produttività agricola ma anche tutto ciò che vi ruota attorno e che permetterebbe loro di migliorare il loro tenore di vita.
