Abbiamo discusso molto in questo blog sull’importanza dell’acqua e il suo utilizzo in campo agricolo. Sempre di più negli ultimi decenni stiamo assistendo a cambiamenti climatici che faranno diminuire le precipitazioni del 22% al nord e del 24% al sud, costringendo i comuni a correre ai ripari. Abbiamo spesso discusso del fatto che, come emerge dagli addetti al settore, il problema non è la risorsa idrica in sé ma la sua errata gestione, che porta a numerosi sprechi dovuti ad acquedotti obsoleti ma anche ad una scarsa cultura da parte di tutti noi.
C’è poi un’altra questione che si apre e riguarda l’agricoltura, che, in questa situazione, è sia vittima che carnefice. Come spiega Legambiente, infatti, il settore agricolo consuma, da solo, oltre il 50% del patrimonio idrico del Paese e negli ultimi anni ha subito una forte crisi proprio a causa della siccità.
Noi che abitiamo in Occidente siamo abituati a vivere con un certo tenore di vita, che ci porta a consumare il 25% in più di quello che la terra ci offre, correndo il rischio di esaurire, nel giro di pochi decenni, le risorse naturali in nostro possesso. Sono molti anni che si parla di ecosostenibilità, cultura del risparmio e riciclo della plastica ma quando si tratta di passare ai fatti spesso si fatica a mantenere le promesse fatte. E pensare che basterebbe così poco per vivere in modo più ecosostenibile. In fondo non sprecare l’acqua è anche un dovere nei confronti di chi è meno fortunato di noi e vive in paesi dove farsi una doccia diventa un problema quotidiano.
Il 28 Maggio 2018 la Commissione Europea ha fatto una proposta accolta il 12 febbraio 2019 dal Parlamento Europeo, secondo la quale vengono definite delle disposizioni rigide sugli standard qualitativi minimi da applicare alle acque depurate, per poterle riutilizzare in agricoltura. La proposta ha lo scopo di garantire sufficiente approvvigionamento idrico durante le ondate di calore e siccità per evitare la perdita di raccolto.
Il Consiglio, inoltre, ha concesso flessibilità agli Stati Membri, che possono decidere di ricorrere o meno a questo tipo di soluzione in base alle proprie condizioni climatiche. Queste nuove norme, d’altro canto, saranno particolarmente utili per quelle regioni in cui la domanda è superiore alla disponibilità di acqua anche perché questo metodo per l’ambiente è decisamente preferibile rispetto a trasferimenti o desalinizzazione. L’approvazione del documento consente al Consiglio dell’Unione Europea di iniziare i negoziati con il Parlamento Europeo e la Commissione per giungere ad una stesura definitiva.
Da parte nostra possiamo solo concludere dicendo che anche questo rappresenta un altro passo in avanti nel lungo cammino verso l’ecosostenibilità!